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APPIGNANO DEL TRONTO

Appignano del Tronto è un piccolo paese dell’entroterra, situato a 6 km da Campolungo sulla strada Salaria, immerso nel verde e circondato da quel caratteristico fenomeno erosivo che sono i calanchi: fenomeno geomorfologico di erosione per effetto del dilavamento delle acque metoriche su terreni argillosi. Questo piccolo borgo, tagliato in due da una strada principale, via Roma, è stato nei secoli passati sempre fedele ad Ascoli Piceno: era, infatti, un paese posto in una posizione strategica contro Offida e Castignano, alleate di Fermo. La chiesa di San Michele Arcangelo, eretta dai maestri lombardi nel XV secolo, fu più volte distrutta ed interamente ricostruita tra il 1898 ed il 1909. All’interno una bella tela, L’Assunzione della Vergine, del XVI secolo ed un reliquario della Santa Croce attribuito al grande orafo Pietro Vannini (XV secolo). La chiesa di Santa Maria di Piano fu costruita tra il 1604 ed il 1611 per iniziativa della Confraternita del Rosario, nel luogo dove sorgeva un’antica edicola, all’incrocio di due strade. L’interno della chiesa ospita un bellissimo altare barocco ed un affresco, L’Incoronazione della Vergine, attribuito al Maestro di Offida. La chiesa di San Giovanni Battista sorge al centro del paese, ha una facciata a coronamento orizzontale; la facciata principale della chiesa un tempo era posta dove oggi c’è la porta laterale destra ed è riconoscibile perché sull’architrave di travertino compare la scritta: Hic est Porta Paradisi (Qui è la porta del paradiso). È interessante notare come, sull’esempio di molte chiese abruzzesi, anche questa abbia nel tempo subito una sostanziale modifica: nell’attuale struttura l’asse centrale ha subìto una rotazione di 180° e la nuova facciata si presenta a coronamento orizzontale. L’interno è a tre navate e presenta, discretamente conservati, diversi affreschi ed una tela di Simone De Magistris, La Pentecoste (1589).

 

La “Processiò dell'anne viecchie”

Il 31 dicembre di ogni anno si svolge ad Appignano un singolare corteo che si snoda attraverso il centro storico per celebrare le esequie del defunto anno. In questo corteo funebre formato da personaggi grotteschi in costume che simboleggiano i dodici mesi passati e che sfilano per le vie con ghirlande sbiadite precedendo la banda strombazzante arie funebri, sacro e profano si mescolano.Le fiaccole della ‘Compagnia della bonamorte’ e i lumini accesi nelle vie rischiarano il passaggio degli astanti e del vescovo che li benedice davanti al carro funebre sospinto da bue e asinello umani.Sul carro si trova la grande bara del vecchio anno che allo scoccare della mezzanotte, in Piazza umberto I, viene data alle fiamme e tra musica e fuochi d’artificio viene accolta la nascita del nuovo anno.

 

 

 

Appignano del Tronto

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