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CARASSAI

Tra il fiume Aso ed il torrente Menocchia ,nel territorio di Carassai già al tempo dei Piceni erano presenti villaggi che in epoca romana furono sostituiti dai vicus (aggregati di case e terreni). Il borgo subì due grandi distruzioni una di seguito all’altra, nel 1325 e nel 1356 e solo una parte venne ricostruita. Ad oggi sono individuabili due nuclei ben distinti: uno di origine feudale (IX sec.) denominato Castello Vecchio e l’altro, detto Castello Nuovo, del XIII sec.Nel Castello Vecchio rimane la Porta di Montagna e una parte di muro difensivo a scarpa sormontato da piccole abitazioni. Il Castello Nuovo presenta invece una pianta rettangolare con una forte connotazione militare.La Collegiata di Santa Maria del Buon Gesù subì alcuni ampliamenti nel 1563 e nel 1601, quando fu collocata sull’altare del Rosario la tela della Crocifissione del fiorentino Andrea Boscoli (1560-1607). All’interno sono oggi custodite una tavola di Vincenzo Pagani (XVI secolo) e una tela attribuita alla scuola del Pomarancio (fine secolo XVII).

 

La Rocca di Monte Varmine

La rocca, uno dei pochi esempi di grosse fattorie fortificate del Piceno, è di probabile origine longobarda (warm=guardia). Viene già citata in un antico documento del 1060 e da altri documenti si evince che venne restaurata nel 1398. Numerosi proprietari si sono succeduti nel tempo e che l’ultimo di questi, Matteo Mattei, donò il castello all’Ospedale di Santa Maria della Carità di Fermo brefotrofio, luogo di assistenza per gli orfani abbandonati. L’importanza di questa rocca si comprende salendo sulla sua torre da dove si controlla tutta la valle dell’Aso, con i comuni ed i castelli disposti sulle colline circostanti. Oggi la rocca, con le sue chiese ed i suoi 600 ettari di territorio, appartiene al Comune di Fermo.

 

 

 

 

Carassai

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