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MONTALTO DELLE MARCHE

La storia di Montalto, sebbene fosse già abitato dall’antichità, fa riferimento soprattutto al suo grande mecenate Sisto V, Papa Felice Peretti, educato e vissuto in questi luoghi. Egli infatti, nella seconda metà del Quattrocento la fa assurgere a sede vescovile e capitale del Presidato (1586) composto da 17 comuni.Un nuovo nucleo nasce subito ad est dell’incasato storico attraverso lo spianamento del monte preesistente e creando l’attuale Piazza Sisto V che deve diventare il luogo di collegamento tra il vecchio e il nuovo costruito: il piccolo centro viene completamente stravolto assumendo una pianta stellare secondo il disegno dell’architetto Domenico Fontana. A Montalto si accentua la centralità dei luoghi del potere religioso e secolare: sorgono la casa della famiglia papale dei Peretti e la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza Sisto V e Il Palazzo del Preside (1586) voluto dallo stesso Papa e attualmente sede del Municipio in Piazza Umberto I. Con la morte improvvisa del Pontefice però i cantieri si bloccano per essere conclusi solo molto dopo (per il campanile della Cattedrale si dovrà attendere il 1852).Nell’attuale sede municipale, il Palazzo del Preside, si trovano anche il Museo Archeologico, il museo “Dell’acqua, della terra, della tela”, la Pinacoteca Civica e il Museo delle Carceri.Dirimpetto alla Cattedrale, nel Seminario Vescovile opera di Pietro Maggi del 1825, si trova Museo Diocesano con il prezioso Reliquario in arte orafa parigina donato da Sisto V nel 1586.

 

A Patrignone, di rilevanza la romanica chiesa di Santa Maria in Viminatu, che conserva pregevoli affreschi che vanno come la Natività e Adorazione dei Magi attribuiti a Fra Marino Angeli da Santa Vittoria (1459) e la Madonna della Misericordia (1514 ca) attribuita a Giacomo Bonfini.Nella chiesa di Santa Lucia di Porchia si può ammirare invece la bellissima tela raffigurante la Madonna con Bambino e Santi di Vincenzo Pagani (1490 ca – 1568) e nella cripta l’affresco datato 1515 attribuito a Giacomo Bonfini.

 

L'albero di Maggio

A Porchia si tramanda ancora tra il 30 aprile e il 1 maggio la storica ‘Alzata dell’Albero di Maggio’, rituale che fino a pochi decenni fa veniva svolto in molti paesi del piceno. La trazione, legata alle battaglie contadine per il riscatto dei terreni negli anni ’50 del XXI secolo, affonda le radici in tempi molto più antichi, quasi arcaici, indietro fino alla Rivoluzione Francese e ai riti magico-propiziatori pagani legati al risveglio della primavera. L’albero simboleggia infatti la vita, il collegamento tra cielo e terra auspicio di fertilità.La festa inizia il 30 aprile quando tutta la comunità si reca nel bosco a tagliare un pioppo, scelto in precedenza tra i più belli e diritti, che viene caricato con notevole sforzo su un camion (anticamente un carro trainato dai buoi) e trasportato alle porte del paese. Qui viene scaricato e dopo essersi rifocillati, i partecipanti lo trasportano a spalla fino alla piazza del paese, dove viene ‘piantato’ allo scoccare della mezzanotte e dove resterà per un intero mese. Il giorno seguente viene svolta la tradizionale Festa del 1° Maggio.

 

La notte delle streghe e dei folletti

Dal 1991 si festeggia nel centro storico di Montalto nei giorni precedenti il Ferragosto, la Notte delle streghe e dei folletti, pensata e dedicata ai bambini di ogni età. In ogni angolo o via del paese viene allestita, con tanto di scenografia e figuranti , una fiaba differente, dando vita tutti insieme al magico mondo delle fiabe nel quale i bambini possono sognare e ritrovare i loro personaggi preferiti, che donano loro caramelle e animano i luoghi incantati. Tutto questo fino alla sera del 14 agosto quando la strega che aveva minacciato di distruggere il mondo delle fiabe non viene portata in processione dai personaggi stessi verso un enorme falò, in cui viene bruciata con grande feste e fuochi d’artificio.

Montalto delle Marche

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