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MONTERUBBIANO

Monterubbiano ha origini antichissime, testimoniate dai ritrovamenti archeologici: occupata dai romani fu poi invasa dai barbari alla caduta dell’impero. Il Castrum Montis Rubiani venne ricostruito a partire dall’anno 1000 dall’unione di tre centri fortificati e divenne possesso poi dei monaci farfensi, fino a quando il castello non venne sottomesso a Fermo nel 1182. Nel XV secolo il centro cadde sotto il dominio di Francesco Sforza il quale fece costruire le antiche mura del castello. Il paese è ancora racchiuso da questa cinta muraria di dimensioni molto più ampie del centro abitato sulla quale si trovano tre della cinque antiche porte di accesso: Porta S.Basso, Porta del Pero e Porta S.Andrea. La struttura urbana si articola su una asse viario principale, sul quale si sono anticamente sviluppati i piccoli borghi in modo autonomo intorno ad edifici religiosi, chiamati per questo ‘pieve’.Al centro del paese la piazza sulla quale si trovano il trecentesco Palazzo Comunale, rimaneggiato nel 1934 dall’arch. Carlo Calzecchi Onesti, il Palazzo Calzecchi Onesti storica dimora della famiglia e la collegiata di S.Maria dei Letterati. All’interno di quest’ultima la splendida “Assunzione della Vergine” di Vincenzo Pagani noto pittore monterubbianese, oltre ad altre opere dello stesso Pagani e un coro ligneo intarsiato in noce realizzato dai maestri Alessio Donati di Offida e Gaetano Mircoli di Monterubbiano (1778).Il borgo è ricchissimo di edifici religiosi: la Chiesa di S.Maria dell’Olmo, la romanica pieve dei SS. Stefano e Vincenzo, la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista del XIII secolo, la chiesa di S.Agostino (XII sec) probabilmente il più antico convento degli eremitani nella provincia.A costeggiare la piazza il ghetto ebraico del XV secolo, uno dei più importanti del fermano, con i suoi camminamenti sotterranei, il Teatro Pagani, gioiello realizzato nel 1875 su disegno dell’ingegnere Ridolfi di Ancona e il polo culturale San Francesco, nel convento omonimo del XIII secolo, struttura polivalente che ospita il museo archeologico, la biblioteca con sala espositiva ed auditorium oltre che il centro di educazione ambientale e l’orto botanico. Esternamente al borgo, sull’antico Colle Coccaro, il Giardino Storico del 1872 dedicato a Giacomo Leopardi, chiamato Parco di S.Rocco, da cui si gode una splendida visuale sulle colline fermane.

 

Sciò la Pica

La rievocazione storica celebra essenzialmente la nascita della stirpe picena fondando le sue radici nel rituale della Primavera Sacra (Ver Sacrum), quando i giovani sabini, di origine laziale, furono costretti a lasciare la propria terra per voto agli Dei, e arrivarono in questi luoghi seguendo il volo di un picchio. Il nome sciò la pica (scacciare il picchio), deriva dal fatto che la popolazione usava disturbare l'uccello così che esso non si fermasse e continuasse a fare loro strada. Questo uccello sacro al Dio Marte fu elevato a simbolo ai Piceni e lo ritroviamo ancora oggi nello stemma della regione Marche.Alla tradizione picena, si unisce nel Medioevo, quella cristiano-cattolica della Pentecoste. A questa epoca si riferisce la tradizione dell’Armata di Pentecoste, legata alle Corporazioni di Armi e Mestieri e la Giostra dell’Anello nella quale esse si scontravano oltre che alla Processione dei Ceri verso la chiesa di Santa Maria del Soccorso.

Monterubbiano

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