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OFFIDA

Posta sopra ad uno sperone di tufo e probabilmente fondata dai mitici Pelasgi, fu città romana e poi longobarda, anche se furono i Benedettini Farfensi che la fecero ricca e splendente.Al 1400 risale la Rocca nella sua attuale struttura, costruita per ordine di Innocenzo III su progetto dell’architetto fiorentino Baccio Pontelli. Il terremoto del 1943 distrusse gran parte delle antiche mura, risparmiando però il torrione a forma circolare e la torre a pianta quadrangolare. Il fulcro del centro storico è la singolare Piazza del Popolo, uno dei rari esempi di piazza triangolare. Sulla piazza, tutti costruiti in laterizio, il materiale locale per eccellenza, il Palazzo Comunale sul lato nord-est, la chiesetta dell’Addolorata e la chiesa del Suffragio; la chiesa della Collegiata e Palazzo Mercolini, del XV secolo.

 

Palazzo Comunale

Il Palazzo Comunale ( XI-XII sec.), mostra nella sua splendida facciata una fila di merli a coda di rondine e la Torre dell’orologio anticamente utilizzata dagli offidani come carcere per i condannati a morte. Completano la facciata l’elegante portico quattrocentesco situato al pianterreno e la loggetta al primo piano sorretta da una fila di colonnine in travertino.Dal portico si accede al Teatro Serpente Aureo, esempio classico di teatro all’italiana. L’attuale costruzione fu iniziata nel 1820 e progettata dall’ architetto Pietro Maggi: la sala interna, con tipica pianta a ferro di cavallo, è formata una platea e da tre ordini di palchi con loggione. Il sipario è quello originale del 1926 con le immagini di Apollo e le Muse posti accanto al tempio del mitico serpente aureo.

 

Chiesa della Collegiata e Chiesa del Suffragio o della Morte

Sul lato nord-ovest della piazza, la facciata della Chiesa della Collegiata, costruita dal Giosafatti su progetto di Pietro Maggi, e consacrata nel 1802. Opere importanti all’interno, negli altari ornati da bellissimi pizzi a tombolo di artigianato tipico locale: un dipinto di Simone de Magistris raffigurante “Le anime del Purgatorio”, una pregevole copia di un quadro del Caravaggio raffigurante la “ Tumulazione di Cristo” e sotto l’altare maggiore i resti di S.Leonardo, patrono di Offida.La Chiesa del Suffragio, sconsacrata nel XV secolo, e anticamente utilizzata come ospedale presenta sulla facciata i resti di un affresco attribuito a Simone De Magistris. L’interno cattura l’attenzione per la presenza di uno scheletro in legno del XVII sec., raffigurante “ La Morte”, che la Compagnia del Suffragio portava come emblema in processione.

 

Chiesa di S.Agostino

Subito dietro la Piazza, la Chiesa di S. Agostino, la cui costruzione è iniziata nel 1338, presenta elementi decorativi romanico-gotici, nella parte settentrionale della chiesa mentre la facciata mostra caratteristiche di stile barocco. Da notare lo splendido portone in bronzo lavorato, opera di Aldo Sergiacomi, noto artista offidano. Alzando lo sguardo si può notare nella parte posteriore un caratteristico campanile-torre con bulbo bizantino.

 

Chiesa di Santa Maria della Rocca

In stile romanico-gotico, è il monumento più significativo della città dal punto di vista architettonico. Fu costruita nel XIII secolo e terminata, come si legge in un’epigrafe sull’abside, nel 1330.All’arrivo, la suggestiva scalinata d’accesso alla cripta, labirinto di colonne e colonnine in laterizio, con capitelli smussati agli angoli che sorreggono arcate a sesto acuto e a tutto sesto. Qui si possono ammirare molti dipinti attribuiti al Maestro di Offida (sec. XIV-XV). Sul fondo l’accesso alla parte superiore della chiesa, che avviene anche dalla facciata principale, rivolta verso la campagna. La parte superiore presenta una pianta a croce latina con un’unica navata con pareti spoglie, un tempo affrescate (lo si nota dalla parere di sinistra) e la semplicità delle capriate a vista. Le altre opere presenti sono attribuite a Vincenzo Pagani e al Maestro di Offida.

 

L’Enoteca Regionale delle Marche e “Di Vino in Vino”

Offida è dal 1999 sede dell’ Enoteca Regionale delle Marche ubicata presso il chiostro dell’ex Convento di S. Francesco. Questa è un punto di riferimento per molti produttori locali per l’opera di valorizzazione dei vitigni locali: riscoperta dei vitigni autoctoni e sviluppo di nuove DOC. L’ Enoteca, che organizza anche corsi, degustazioni e conferenze, mette a disposizione del visitatore la produzione completa dei vini del territorio piceno e della Regione tra cui il Rosso Piceno e il Rosso Piceno Superiore, il Bianco Falerio, l’Offida Pecorino e l’Offida Passerina.Da non perdere l’iniziativa “ Di Vino in Vino”, Mostra Mercato nella prima settimana di settembre che richiama ogni anno migliaia di amanti, nazionali ed internazionali, della buona tavola e del buon vino.

 

Il Carnevale: “Lu bov’ fint e Li Vlurd”

Gli offidani vivono questo periodo dell’anno in modo sacro, quasi mistico, portando avanti uno storico rito presente da tempo immemorabile nel territorio: il bove fint (pomeriggio del venerdì grasso) è una caccia spietata ad un finto bue, fino al 1800 vivo, che corre per le vie e nelle piazze in un delirio di canti, urla e balli fino a quando non viene viene mattato al tramonto, come antica tradizione vuole, e portato in trionfo. L’origine della manifestazione può ascriversi all’introduzione per opera degli spagnoli delle corride o all’usanza di allietare le mense dei poveri da parte dei signori della città nel periodo di carnevale. L’altro momento evocativo è rappresentato da i Vlurd, processione notturna che chiude i festeggiamenti carnascialeschi la sera del martedì, nella quale una lunghissima processione di persone mascherate portano in spalla dei lunghi fasci di canne accese che, una volta avvenuta la sfilata, vengono gettati in un grande falò nel mezzo della piazza, a simboleggiare la fine del carnevale stesso.

 

Il Merletto a Tombolo

Offida conserva e tramanda l’antica tradizione della lavorazione del merletto a tombolo, pizzo lavorato con fuselli, da sempre concepito come arte preziosa eredità di famiglia la cui tradizione risale sin dal 1300.Questo pizzo viene realizzato con un tombolo (cuscino), una prebenda (reggitobolo a tre piedi), filo di cotone, spillini, e fuselli. La lavorazione artigianale, frutto di abilità artistica e manuale, è altamente pregiata per la pazienza apportata dalle merlettaie nell’intrecciare i fili e il lungo tempo necessario alla realizzazione di ogni singolo manufatto. I lavori realizzati vanno dalle tovaglie d’altare, centri da tavola, copriletto e corredi fino ad oggetti di ogni tipo e, negli ultimi anni, gioielli realizzati anche con fili dorati. A palazzo de Castellotti è stabilmente ospitato, dal 1998, un Museo del Tombolo.

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